Attrezzatura portatile per foto aerea

Uno degli aspetti più interessanti della fotografia aerea è quello di riuscire a catturare immagini da un punto di vista per noi insolito.
Durante le escursioni spesso capita spesso di incontrare soggetti interessanti da fotografare dall' alto e per questo ho cercato di realizzare un' attrezzatura veramente "portatile", adatta cioè ad essere trasportata anche per lunghi percorsi senza troppa fatica.

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A questo proposito ho pensato di attrezzare uno zainetto con tutto il necessario per la fotografia aerea scegliendo accuratamente i vari componenti in funzione del loro peso ed ingombro ridotti.

Ho utilizzato un vecchio zainetto "Invicta" tipo scuola per lo scopo, cercando di farvi stare tutto il necessario:

L' aquilone.

Il rocchetto con 200 mt. di cavo.

I guanti.

L' attrezzatura vera e propria per la fotografia aerea.


Il peso complessivo, zaino compreso, è risultato essere di 4.5 kg, peso accettabile anche da portare in spalla per diverso tempo.

Come aquilone ho scelto un delta di 3 mt. di base che rappresenta un buon compromesso tra leggerezza, capacità di sollevamento , facilità di montaggio sul campo ed affidabilità anche in condizioni di vento difficili.


Le stecche di questo aquilone, divise in due parti, non superano gli 80 cm. di lunghezza ed il tutto sta in un sacchetto di dimensioni e peso modesti.


Inserito nello zaino sporge alquanto al di sopra di questo ma ciò non costituisce un grosso problema, d' altronde non si va a fare foto aeree in grotta...

Per il rocchetto ho adottato un tipo allungato con due manopole costruito interamente in legno.

Il contenitore destinato a trasportare i vari oggetti necessari per la fotografia aerea è  una cassettina di plastica di quelle che si usano per la pesca di dimensioni molto ridotte (15x15x32 cm) nella quale  sono riuscito a sistemare:

La culla con la macchina fotografica.

Il trasmettitore.

Il Picavet.

Il pendolo.

Rullini di scorta.

Batterie di scorta.

L'asta di traguardo.

La culla

Ho adottato la soluzione di Andrea Casalboni che rappresenta senza dubbio il massimo in fatto di compattezza.

Questo tipo di culla unisce il vantaggio di una costruzione piuttosto semplice a quello di avere dimensioni veramente ridotte una volta chiusa poichè la parte principale contenente ricevente, batterie etc. si inserisce tra i due "fianchetti" verticali.

Le sue caratteristiche di grande robustezza ne fanno un' ottimo strumento veramente portatile per la fotografia aerea.

La rotazione sull' asse verticale è fornita da un servo modificato per la rotazione continua innestato direttamente sul suo asse senza utilizzare ingranaggi o cinghie di trasmissione.

Anche il basculaggio è assicurato da un servocomando innestato direttamente, ambedue sono del tipo standard che offrono il vantaggio di non avere problemi di rottura degli ingranaggi interni se forzati a ruotare manualmente, cosa che può invece succedere con servocomandi più piccoli.

Per lo scatto della macchina fotografica, invece, ho utilizzato un servo di dim ensioni davvero minuscole ma in questo caso il problema della rottura degli ingranaggi è molto minore.

La rotazione della fotocamera portrait-landscape è manuale, si può cioè effettuare da terra prima del lancio.

Ho rinunciato a questo automatismo, presente nella culla da me realizzata precedentemente, per mantenere le dimensioni al minimo , allo stesso modo non ci sono funzioni di accensione e spegnimento dell' alimentazione di una eventuale telecamera di puntamento.

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Il materiale di base per la costruzione della culla è un profilato tubolare rettangolare di alluminio di 40x25 mm , dimensioni perfette per contenere di misura esatta i servocomandi.
I pezzi sono in tutto quattro:

Scatolare superiore contenente il servo per la rotazione sull' asse verticale.

I due fianchetti.

La base di supporto per la fotocamera contenente ricevente, batterie, interruttore e led spia.

Il supporto della fotocamera.

Quest' ultimo pezzo è stato ottenuto da un profilato ad elle di alluminio ricavato da un tubolare rettangolare di sezione più grande, le lavorazioni necessarie sono state ottenute mediante fresatura e traforo.
Alcuni pezzi di connessione sono stati realizzati al tornio in nylon.

Esaminiamo ora le varie parti che la compongono con l' aiuto di questo disegno "esploso", le lettere che indicano i vari pezzi serviranno da guida nella successiva spiegazione.

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a), b), c), d), e) : parti in alluminio del  telaio.
f) : servo per la rotazione verticale.
g) : servo per il basculaggio.
h) : micro servo per lo scatto.
i) : ricevitore.
l) : flangia di attacco in nylon.
m) : rondella in nylon.
n): flange standard di connessione ai servocomandi.
o) : levetta per lo scatto in plastica.
p) : interruttore per l' accensione
q) : pacco batterie stilo
r) : led indicatore d' accensione
s) : vite M5 per la rotazione della fotocamera.



La rotazione sull' asse verticale è fornita da un servo modificato per la rotazione continua innestato direttamente sul suo asse, senza utilizzare ingranaggi o cinghie di trasmissione.

Una spiegazione dettagliata su come modificare il servocomando in tal senso si trova nella pagina di Andrea Casalboni "Modifica ai servocomandi"

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Il supporto superiore della culla a) è stata ricavato da uno spezzone di profilato rettangolare di alluminio 40x25 di 2 mm di spessore che, con opportune fresature, è in grado di ospitare il servocomando modificato f) e la flangia di accoppiamento l), unita al servo mediante una flangia standard n) in normale dotazione ai servocomandi.


Il servocomando viene incastrato dentro il castelletto a) di supporto, per inserirlo è necessario smontarlo e rimontarne la parte  inferiore dopo avere incastrato la parte superiore nell' asola ricavata nella base.


La flangia l) è in nylon, ottenuta da una barra cilindrica e  lavorata al tornio, forata per l' innesto con l' asta del Picavet o del pendolo.

Il basculaggio è assicurato dal servocomando g )   innestato direttamente ad un fianchetto laterale per mezzo di una normale flangia n) in dotazione al servo .



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Entrambi i servocomandi sono del tipo standard che offrono il vantaggio di non avere problemi di rottura degli ingranaggi interni se forzati a ruotare manualmente, cosa che può invece succedere con servocomandi più piccoli.


Per lo scatto della macchina fotografica, invece, ho utilizzato un servo h) di dimensioni davvero minuscole ma in questo caso il problema della rottura degli ingranaggi è molto minore.


La rotazione della fotocamera portrait-landscape è manuale, si può cioè effettuare da terra prima del lancio.

Ho rinunciato a questo automatismo, presente nella culla da me realizzata precedentemente, per mantenere le dimensioni al minimo , allo stesso modo non ci sono funzioni di accensione e spegnimento dell' alimentazione di una eventuale telecamera di puntamento.


Il corpo principale della culla contiene in modo estremamente compatto il servo per il basculaggio g) , la ricevente i) e le batterie q) che bilanciano il peso della fotocamera oltre all' interruttore p) on-off ed al led r) di segnalazione.



Per lo scatto della macchina fotografica ho utilizzato un semplice braccetto in plastica o) comandato da un servocomando h) di dimensioni minuscole posto sul supporto della fotocamera d) in posizione adatta.


Il supporto è fissato al corpo principale mediante una vite centrale s) che gli permette di ruotare.

Tra il supporto d) e la base e) è interposta la rondella in nylon m).
La vite è serrata mediante un dado autobloccante : questo sistema consente di ruotare il supporto di 90 gradi manualmente per cambiare l' assetto della fotocamera da orizzontale a verticale fissando nello stesso tempo il supporto in modo sicuro.

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Il materiale di partenza per la costruzione dei pezzi della culla è un profilato tubolare rettangolare di alluminio di 40x25, spessore 2 mm, dimensioni perfette per contenere di misura esatta i servocomandi.

I pezzi che la compongono sono in tutto cinque:

Parte superiore (a) contenente il servo per la rotazione sull' asse verticale.

I due fianchetti (b) con due spessori.

La base (c) contenente ricevente, batterie,il servo per il basculaggio, l' interruttore acceso-spento ed il led spia.

Il supporto della fotocamera (d).

Un angolare di collegamento (e)

Il supporto della fotocamera proviene da un profilato ad elle di alluminio ricavato da un tubolare rettangolare di sezione più grande, le lavorazioni necessarie sono state ottenute mediante fresatura e traforo.

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La vista dal basso della culla evidenzia la lavorazione del pezzo c) che costituisce la base, alleggerito con feritoie che consentono anche un comodo fissaggio delle batterie mediante un elastico.

E' importante bilanciare il peso della fotocamera con le batterie in modo da non forzare il servo che effettua il basculaggio ed ottenere una struttura ben equilibrata.

Il punto di innesto dei fianchetti sulla base sarà pertanto stabilito in funzione dei pesi in gioco.



La trasmittente.

Il radiocomando originale ( un quattro canali per areomodellismo) è stato inscatolato in un contenitore di plastica tipo radiotelefono di dimensioni più ridotte rispetto a quello utilizzato in precedenza, tutti i comandi sono posti dul piccolo pannello frontale utilizzando manopoline di dimensioni ridotte.
Il pintamento della culla viene fatto a vista, in questo la forma allungata del corpo della culla aiuta senz' altro e di aiuto ulteriore è l' asta di puntamento in fibra di carbonio terminante con una pallina da ping-pong colorata di rosso.

Il rocchetto di avvolgimento

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Un componente importante per usare un aquilone è il rocchetto di avvolgimento del cavo.

Questo tipo, pensato espressamente per essere infilato in uno zainetto senza occupare troppo posto e senza pesare molto, è molto semplice da fare e può contenere 200 mt. di cavo .

E' realizzato completamente in legno con due assicelle di compensato di 400x60 mm , spessore 20 mm, due distanziatori di 60x60 mm e due pezzi di manico di scopa, il tutto incollato con vinavil e fissato con viti.

Anche se i due "manici" permettono un agevole riavvolgimento del cavo, non è comunque adatto per recuperi di forza in caso di trazione molto elevata del cavo.




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